Progettazione strutturale: materiali, norme e verifiche

Progettazione strutturale: materiali, norme e verifiche
L’ingegneria strutturale è una branca dell’ingegneria civile che si occupa della progettazione, costruzione e manutenzione di strutture. Le strutture sono elementi che consentono di sostenere carichi e forze, e possono essere realizzate in diversi materiali, come acciaio, legno, murature, alluminio e cemento armato.

Materiali
I materiali più utilizzati per la progettazione strutturale sono:

Acciaio: materiale resistente e duttile, ideale per strutture di grandi dimensioni e carichi elevati.
Legno: materiale leggero e versatile, utilizzato per la realizzazione di edifici a bassa altezza e strutture di legno lamellare.
Muratura: materiale solido e resistente, utilizzato per la costruzione di edifici di media altezza.
Alluminio: materiale leggero e resistente alla corrosione, utilizzato per la realizzazione di strutture leggere e a basso impatto ambientale.
Cemento armato: materiale composto da calcestruzzo e barre di acciaio, che offre una combinazione di resistenza e flessibilità.
Norme

La progettazione strutturale deve essere conforme alle norme vigenti, che definiscono i requisiti di sicurezza e prestazioni delle strutture. In Italia, le norme di riferimento sono le Norme Tecniche per le Costruzioni (NTC), che sono basate sugli Eurocodici.

Verifiche
La progettazione strutturale prevede l’esecuzione di verifiche analitiche per garantire la sicurezza delle strutture. Le verifiche devono essere eseguite considerando le azioni che agiscono sulla struttura, come il peso proprio, i carichi permanenti, i carichi accidentali e le azioni sismiche.

Verifica della resistenza al fuoco
In caso di incendio, le strutture devono essere in grado di resistere per un tempo sufficiente a consentire l’evacuazione delle persone. La verifica della resistenza al fuoco viene eseguita utilizzando metodi analitici o sperimentali.

Conclusione
La progettazione strutturale è un processo complesso che richiede competenze specifiche in ambito ingegneristico. I progettisti strutturali devono essere in grado di scegliere il materiale e la soluzione più appropriata per ogni progetto, e di eseguire le verifiche necessarie per garantire la sicurezza delle strutture.

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Elezioni per il rinnovo del Consiglio Nazionale Ingegneri

ELEZIONI PER IL RINNOVO DEL CONSIGLIO NAZIONALE

il prossimo 17 Ottobre 2022
Il prossimo 17 ottobre i Consigli Territoriali degli Ordini degli Ingegneri sono chiamati al voto per il rinnovo del Consiglio Nazionale Ingegneri.

L’ing. Francesco Carpagnano è candidato al CNI

I QUATTRO PUNTI DEL PROGRAMMA DI Francesco Carpagnano

ABOLIRE LA TASSA ANNUALE DI ISCRIZIONE ALL’ ALBO PER TUTTI GLI INGEGNERI D’ITALIA FINO AL 31/12/2027

LA «CNI SERVIZI SRL» SOVVENZIONI TUTTE LE ATTIVITA’ ISTITUZIONALI, LA FORMAZIONE E
L’ AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE DEGLI ORDINI INGEGNERI D’ITALIA, FINO AL 31/12/2027

RENDERSI PARTE ATTIVA CON IL NUOVO GOVERNO PER RIORGANIZZARE E RILANCIARE I BONUS FISCALI IN EDILIZIA E SUPERBONUS 110 PER
RENDERLI STRUTTURALI . PER FINANZIARE I BONUS FISCALI IN EDILIZIA BISOGNA CAMBIARE MODALITA’: E’ NECESSARIO ATTINGERE AI FONDI DEL PNRR, SNELLIRE LE PROCEDURE E ORGANIZZARE I CONTROLLI CON LE MODALITA’ E LE PROCEDURE DELLO STESSO PNRR

TRATTARE CON INARCASSA L’EROGAZIONE – FINO AL 31/12/2027 – DEL REDDITO DI INCLUSIONE PER I GIOVANI INGEGNERI FINO AL TERZO ANNO DI ISCRIZIONE ALL’ ALBO E DEL SALARIO MINIMO SPECIALE DI SOSTEGNO PER GLI INGEGNERI
CON OLTRE TRE ANNI DI ISCRIZIONE ALL’ALBO PER I PERIODI DI DOCUMENTATO PARTICOLARE DISAGIO PROFESSIONALE

 

SUPERBONUS SCADENZA 30 SETTEMBRE UNIFAMILIARI: DECISIVO IL CONTRIBUTO DELLA RPT

SUPERBONUS SCADENZA 30 SETTEMBRE UNIFAMILIARI: DECISIVO IL CONTRIBUTO DELLA RPT

Il documento, discusso ed approvato il 5 settembre 2022 in sede di Commissione di monitoraggio del CSLLPP, chiarisce le modalità di calcolo del 30% dei lavori da effettuarsi entro il 30 settembre 2022.

Secondo quanto previsto dal Decreto Aiuti, per poter usufruire del Superbonus fino al 31 dicembre 2022, è necessario che entro il 30 settembre 2022 sia stato realizzato almeno il 30% dei lavori. A questo proposito, ciascun proprietario può conteggiare ai fini della verifica della percentuale anche i lavori non agevolati da bonus edilizi.

La Commissione di monitoraggio istituita presso il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, cui partecipano diversi componenti del gruppo di lavoro della Rete Professioni Tecniche e rappresentanti di importanti associazioni ed enti istituzionali, ha esaminato le proposte della RPT ed ha definito, dopo alcune riunioni in cui si sono affrontati tutti gli aspetti normativi, i criteri cui riferirsi e le relative applicazioni. Innanzitutto, si è ulteriormente specificato che nell’ambito dei lavori da computare per il raggiungimento del 30%, si possono considerare anche quelli non agevolati da bonus edilizi.

Circa il tema delle modalità di dimostrazione del raggiungimento del limite del 30%, la Commissione, in mancanza di un esplicito e cogente obbligo, ha convenuto che sia sufficiente la redazione, da parte del Direttore dei lavori, di una dichiarazione in tal senso, basata sulla documentazione probatoria (ad es. libretto misure, sal, fotografie, bolle o fatture etc) da tenere a disposizione di un’eventuale richiesta degli organi di controllo e da allegare ai documenti  da produrre in sede di invio della documentazione finale. Inoltre, si è ritenuto opportuno che tale dichiarazione, a tutela delle parti interessate, sia inviata al Direttore dei lavori, al Committente e all’Impresa, affinché siano messi a conoscenza del raggiungimento della percentuale di lavori ottenuta, soprattutto allo scopo della possibilità di godere degli incentivi fiscali e quindi di proseguire i lavori utilizzandoli.

“L’accoglimento nella sostanza del contributo proposto dalla Rete Professioni Tecniche – afferma Armando Zambrano, Coordinatore della RPT – rappresenta un importante riconoscimento per il costante ed intenso lavoro propositivo dei rappresentanti della Rete all’interno della Commissione di monitoraggio presso il CSLLPP. A questo proposito, mi corre l’obbligo di ringraziare il Presidente del Consiglio Superiore ing.Massimo Sessa, sempre attento alle esigenze del mondo professionale e delle imprese, nonché la stessa Commissione che si sta riunendo con regolarità fornendo sempre pareri frutto di un alto livello di competenza”.

Roma 6 settembre 2022

fonte https://www.cni.it/media-ing/news/230-2022/4082-superbonus-scadenza-30-settembre-unifamiliari-decisivo-il-contributo-della-rpt

Il disagio degli ingegneri della Puglia

Il disagio degli ingegneri della Puglia Ascolta l’audio book di Francesco Carpagnano

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La ristrutturazione urbanistica con premialità volumetriche come alternativa alle criticità dei bonus edilizi

La ristrutturazione urbanistica con premialità volumetriche come alternativa alle criticità dei bonus edilizi

https://www.ingenio-web.it/35378-la-ristrutturazione-urbanistica-con-premialita-volumetriche-come-alternativa-alle-criticita-dei-bonus-edilizi

Questo è il pensiero di Francesco K. Carpagnano, ingegnere che opera nel settore edile da oltre quarant’anni, maturando importanti esperienze nel Consiglio Direttivo del proprio Ordine Professionale, alla presidenza del Laboratorio di Qualità Urbana, al coordinamento del Comitato Tecnico Scientifico del Future Center Puglia, alla direzione tecnica di una importante Società di Ingegneria.

L’edilizia rigenerativa e sostenibile passa attraverso risorse economiche “certe ed esigili” e non attraverso “documenti contabili di credito”. La totale “demolizione” di un aggregato edilizio obsoleto e la sua “ricostruzione” darebbe vita ad un nuovo complesso edilizio, efficiente e sostenibile.

Di seguito riportiamo la proposta di un ingegnere alle criticità finanziarie prodotte dai bonus e superbonus fiscali per un rilancio reale dell’edilizia e al tempo stesso alla rigenerazione delle nostre città.

Bonus e Superbonus iniziative di legge che hanno creato solo false illusioni e danni economici. Il pensiero dell’ing. Francesco Carpagnano, FkC.

Oramai è chiaro a tutti ed è oggettivamente acclarato che le norme di legge sui bonus e superbonus
fiscali in edilizia si sono rivelate un guazzabuglio legislativo che ha prodotto solo false illusioni e
danni economici, non solo ai proprietari di alloggi ed agli operatori interessati ma anche alle casse
dello Stato.
Penso che l’errore fondamentale di queste norme stia nel fatto che il “denaro liquido ed esigibile” si
sia voluto sostituire con bonus fiscali che, ovviamente, essendo solo “documenti contabili” non
sono altrettanto “facilmente esigibili”. È questo quello che è successo. È come se si avesse voluto
operare sul mercato con una moneta parallela che, alla fine, si è dimostrata priva di valore e
generatrice di inflazione.
Ma questi sono temi che appartengono agli economisti, a cui lasciamo volentieri ogni
considerazione, pur nella amara constatazione che i suoi effetti deleteri ci hanno travolto
inesorabilmente.
Della questione noi, ingegneri e architetti, possiamo invece trattare solo gli aspetti edilizi e quelli
urbanistici, non esimendoci però dal sottolineare il populismo ingannevole con cui sono state
pensate e rese vigenti norme di tal genere.
La scrittura di norme moralmente più serie e tecnicamente più efficaci, a nostro avviso, avrebbero
ottenuto i risultati che, invece, sono stati solo erroneamente ipotizzati per i bonus fiscali.
Sarebbero bastati, infatti, alcuni semplici aggiustamenti a norme di legge esistenti, già contenute
peraltro nel Codice dell’Edilizia, perché il tema della ripresa edilizia avrebbe avuto uno sviluppo
più semplice e proficua per tutti, senza dover scomodare l’Agenzia delle Entrate con le sue
quotidiane circolari esplicative; l’Enea con le sue macchinose procedure e le Banche con le loro
prerogative intransigenti per convenienza aziendale.
In particolare sarebbe bastato l’aver reso più adeguata la definizione di “ristrutturazione
urbanistica” di cui all’art. 3 comma 1 lett. d) che, nel combinato disposto con le leggi esistenti sulla
Rigenerazione Urbana e sull’Edilizia Sostenibile, avrebbe potuto prevedere premialità volumetriche
almeno del 300% e risolvere così ogni titubanza agli investimenti.
In tal caso, sarebbero stati più evidenti, più stabili e “certi ed esigibili” i vantaggi per tutti gli operatori (non solo quelli del settore edile), i vantaggi a favore dei singoli proprietari, i vantaggi per
la collettività e per l’ambiente; avremmo avuto consumo di suolo zero; un nuovo parco edifici in
linea con le efficienze energetiche e sismiche; maggiori introiti per le casse dei Comuni e dello
Stato: un reale rilancio dell’intera economia del Paese.
Niente, quindi, “bonus cartacei” di nessun valore ma solo denaro “di tipo tradizionale” a cui,
purtroppo, ci stiamo tutti disabituando.
Ma non voglio lasciarvi con la curiosità e vi faccio un esempio.
Con le stesse semplificazioni attualmente in vigore, ivi compresa la recente riscrittura delle
definizioni di “Manutenzione Straordinaria”, di “Ristrutturazione Edilizia”, di “Demolizione e
Ricostruzione”, la totale “demolizione” di un aggregato edilizio esistente (oggi inadeguato per
sicurezza sismica, per efficienza energetica, per sostenibilità ambientale) e la sua “ricostruzione”
(con differenti parametri edilizi ed urbanistici) darebbe vita ad un nuovo complesso edilizio, in linea
con le necessità di vivibilità e di efficientamento necessario.
È evidente che, in questi casi, dovrebbero essere concesse premialità volumetriche adeguate, per
rendere l’intervento conveniente per tutti i soggetti coinvolti (proprietari, operatori edili, ecc.) ed
efficace per il decoro e la rigenerazione urbana: anche le casse pubbliche ne trarrebbero beneficio,
introitando reali e più cospicui oneri e tasse.
Ad esempio, una volumetria premiale del 300% rispetto a quella esistente, renderebbe appetibile
l’operazione da parte dei proprietari che vedrebbero raddoppiare le attuali proprie volumetrie
(+100%) ed anche da parte degli operatori edili che potrebbero comodamente ammortizzare i costi
della demolizione e ricostruzione, introitando adeguati guadagni (+200%). Sono evidenti, infine, i
vantaggi di una rigenerazione, soprattutto per quelle aree degradate delle nostre città.
Un commento finale riguarda la tipologia edilizia dei nuovi aggregati che si andrebbero a realizzare
con questi valori di premialità volumetrica. In tale ipotesi, il nuovo aggregato a realizzarsi,
dovrebbe svilupparsi in altezza (ben oltre le attuali altezze previste dai nostri obsoleti Piani
Urbanistici Comunali), a tutto vantaggio delle aree di sedime che, essendo notevolmente decurtate
degli spazi occupati dalle vecchie costruzioni, consentirebbero ampi spazi per nuove strade,
giardini, aree ludiche e di svago, percorsi naturalistici, orti urbani, spazi collettivi, ecc.
In sostanza, con questa nostra proposta, si tratta di rigenerare interi isolati urbani ed aggregati
edilizi, oggi inadeguati ed insicuri, demolendoli completamente e ricostruendoli ex novo. Tutto ciò senza provocare nuovo consumo di suolo, anzi restituendo alla fruizione comune una significativa
parte di quelle aree verdi che la cementificazione d’assalto della prima metà del ‘900, ci ha sottratto.
In conclusione, a nostro parere, tali iniziative di legge, totalmente differenti da quelle che attengono
alla complessa ed inefficace gestione dei bonus fiscali, si svilupperebbero su valori di economia
reale, impiegando denaro realmente circolante in risorse economicamente quantificabili che
appartengono al mondo reale.

Interoperabilità e nuove competenze per superare il digital device nella filiera edile. BIM.

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La ristrutturazione urbanistica con premialità volumetriche come alternativa alle criticità dei bonus edilizi

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